«I fascisti non li vogliamo». Così la cittadina di Swindon, a 130 chilometri da Londra, sta facendo la guerra a Paolo Di Canio. L’ex laziale è stato ingaggiato come allenatore dal Swindon Town, club che milita in League One, ovvero la terza divisione inglese. Ma gli sponsor locali non l’hanno presa bene. E uno ha deciso di rescindere il contratto con la squadra. Il sindacato Gmb ha tagliato il finanziamento di 4.000 sterline che ogni stagione versava per sostenere il club locale.
La ragione della decisione non è un mistero: Di Canio è dichiaratamente fascista e non avrà i nostri soldi, è il pensiero di Gmb, che raccoglie circa 600.000 iscritti. «Abbiamo deciso di fermare la sponsorizzazione perché siamo un sindacato di lavoratori, non possiamo avere una relazione finanziaria con una squadra allenata da un fascista - ha spiegato al Daily Mail uno dei segretari, Andy Newman - Non abbiamo scelta. Purtroppo non c’è via di uscita».
La cittadina, pur avendo oggi un consiglio comunale a maggioranza conservatrice, ha una lunga tradizione operaia grazie all’arrivo della ferrovia intorno al 1840. Vedere un simpatizzante di Mussolini in panchina deve essere un sacrilegio. Nessuno dimentica la faccia rabbiosa e i denti digrignati di Di Canio mentre fa il saluto fascista verso i tifosi dopo il derby romano del gennaio 2005 (vinto dalla Lazio). E pensare che in Inghilterra, dove nonostante tutto è molto amato, aveva persino vinto il premio Fair Play della Fifa nel 2000. La presentazione ufficiale è attesa per domani. Se sarà rimandata nessuno si chiederà il perché.
Tratto da www.ilmessaggero.it, 22 maggio 2011.
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