Vincenzo Paliotto
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Mario Salas, tecnico della Nazionale Cilena Under 20, ha un cognome che vuol dire veramente tanto nel suo paese. Infatti, dentro i confini andini un altro Salas, in questo caso Marcelo, con trascorsi importanti nel River Plate, nella Lazio e nella Juventus, è considerato uno dei migliori calciatori nella storia del paese, a quanto pare dicono i ben informati alle spalle soltanto di Elias Figueroa, el chico bueno, 3 volte Pallone d’Oro sudamericano, con una lunga e fortunata carriera al servizio, tra le altre, del Penarol e dell’Internacional di Porto Alegre. Tuttavia, la ribalta delle cronache calcistiche attuali è tutta per Mario Salas che sta guidando la sua selezione giovanile ad un brillate Sudamericano Under 20, collezionando ben tre vittorie consecutive nella fase eliminatoria. Oltretutto Salas ha dato modo di esprimersi in maniera ancora migliore al nuovo talento del football andino, tale Nicolas Castillo, cercato già da numerose e ricche compagini europee e che attualmente indossa la maglia cruzada dell’Universidad Catòlica de Chile. Classe ’93, è detto El Ibra chileno.
Salas, 45 anni di Vina del Mar, vanta una discreta carriera agonistica cominciata nel 1988 nelle file dell’Everton della sua città natale e quindi proseguita tra numerose soddisfazioni a Santiago del Cile nelle file dell’Union Espanola e del Colo Colo. Nel 1999 ha appeso le scarpette al chiodo dopo l’ultima stagione nel Santiago Wanderers ed ha poi cominciato ad allenare il piccolo Barnechea, compagine capitolina della Tercera Divisiòn e quindi ha assunto il delicato ruolo della selezione nazionale giovanile. Salas da Commissario Tecnico sta facendo senza dubbio molto bene e punta oltretutto a qualificare la sua squadra per i Mondiali di categoria in Turchia nel 2013. Oltretutto il tecnico ha fatto parlar di sé anche perché ha rivelato chiaramente di ispirarsi a Che Guevara e di aver trasferito al dottrina di vita del Comandante nel calcio: “Dico sempre ai miei giocatori di ribellarsi all’avversità in campo. Si può trasportare la dottrina di Che Guevara su un campo di calcio”. Così come ha raccolto in un’intervista il giornalista Vito Garcia.
Al momento i risultati gli stanno dando ampiamente ragione nel campo e fuori. Il suo Cile rispetterà senza dubbio le consegne “rivoluzionarie”, ma anche se la vittoria sul campo non arriverà, i suoi giocatori potranno pur sempre dire di aver appreso un’enorme e gratificante lezione di vita.
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